Joule e Kelvin si conoscevano da sempre.
Joule e Kelvin si sono incontrati per la prima volta pochi giorni fa.
Era una notte di mezza estate
e si trovavano per strada,
alle porte di un mondo parallelo.
In quella dimensione i soggetti assumevano
le forme più bizzarre,
agglomerando una popolazione eterogenea e fluttuante,
in un unico spazio, atipico e surreale.
Incuranti del passare del tempo ormai perduto,
finanche dimenticato e inesistente,
la popolazione unita, da una coscienza universale,
brindava alla vita evadendo
tra le stanche molecole
del vuoto dei suoi bicchieri.
Oltre all’ultima goccia di elisir, il nulla.
Mentre l’inaspettato incontro suggeriva altrimenti,
colmando l’evasione di semplici ed onesti intenti;
coniando un’equazione
che avrebbe riempito di senso ed equilibrio
l’esistenza effimera dei soggetti.
In un primo momento Joule pensò di Kelvin
che fosse caldo e passionale,
interessante, particolare, da studiare.
Sentì di avere con lui qualcosa in comune,
ignorando cosa fosse e lasciando ad altri investigare.
In un primo momento Kelvin pensò di Joule
che fosse calma e suadente,
intrigante, particolare, da studiare.
Sentì di avere con lei qualcosa in comune,
ignorando cosa fosse e prodigandosi ad investigare.
Al quarto incontro Joule si trovò confusa e priva di energia,
constatando che Kelvin presentasse un’anomalia
oscillando da un calore travolgente ad uno zero assoluto.
Kelvin, consapevole della sua altalenante natura,
cercò di spiegare a Joule l’equazione
secondo la quale lei su di lui sarebbe stata perfetta;
asserendo che il calore fluisce sempre
da un corpo più caldo ad uno meno caldo,
e mai in direzione contraria.
Joule confessò il suo certo grado di disordine,
chiedendosi cosa sarebbe accaduto quando entrambi
avessero raggiunto la stessa temperatura.
Kelvin, ignaro ma più curioso,
prese atto del disordine,
invitandola ad esperienze empiriche
che avrebbero dato loro le risposte.
Scoprirono così che ad ogni trasformazione
vi era un trasferimento di energia,
e con l’aumento dell’entropia
cresceva l’equilibrio.
Joule e Kelvin soffrivano di un certo grado di disordine,
fino al giorno in cui,
trovandosi finalmente alla stessa temperatura,
cessarono gli scambi
e morirono di freddo.