Sento

Sento giocare sulle mie palpebre
le prime luci dell’alba
mentre echeggiano le note dell’ebbrezza
di chi torna a casa sognando la tana.
Passeggiata infinita colma del dubbio
di riuscire nell’unico intento di rientrare
dopo una notte troppo lunga
e non necessariamente generosa.
Passi pesanti e lenti
confusa lucidità.
Sento giocare sulle mie palpebre
le prime luci dell’alba
mentre suonano le note del risveglio
di chi si prepara ad uscire aspirando alla novità.
Rituali automatici colmi di aspettative
che la giornata si presenti diversa
dopo una notte troppo breve
scandita da sogni già dimenticati.
Passi pesanti e lenti
lucida confusione.
Per strada, il passaggio del solito furgoncino.
Gli spazzini chiacchierano mentre cancellano i segni
della notte troppo lunga e troppo breve
appena finita.
Ruggiscono i primi clacson
imprecano le frustrazioni
gli autobus riprendono il loro moto
cinguettano gli uccelli
si alzano le serrande
i trasportatori scaricano privi di delicatezza
quotidiani ancora intrisi di inchiostro
a macchiare le dita del primo lettore
le voci del bar parlano di partite e politica
ordinando un caffè, ristretto, lungo, corretto.
Nel palazzo, il tintinnio delle solite sveglie.
Muggiscono i sbadigli
alcune voci gridano al ritardo
si ritirano i sciacquoni
squillano i telefoni
si riavviano i computer
mentre il notiziario in sottofondo si ripete
i piedi nudi indossano scarpe controvoglia
accelerano i passi pesanti
tacchi che battono sul pavimento
il tetto di qualcun altro
sbattono le porte
chiuse dalle chiavi
si avviano i motori.
In casa, il gioco delle prime luci dell’alba.
È caldo il letto e difficile uscirne
passi pesanti e lenti
confusa lucidità o lucida confusione?
Si accende la musica e la mente
acqua fresca sul viso
necessaria sensazione
gli occhi finalmente aperti
le mani cercano di assemblare
la caffettiera vecchia ma ancora funzionante
l’odore sprigionato annunciante il nuovo giorno
è ora di agire
si risvegliano i pensieri
la notte è andata via.
Dentro, tutto tace.
Sento.