Un’insolita stella marina

Ho scoperto.
Ho scoperto che il sole
che a Roma giocava a nascondino
è venuto anch’esso a trovare la sua gloria
qui a Bordeaux.
Picchia con amabile prepotenza
sui vigneti
e su di me,
dando morbidezza alle uve
e colore alla mia pelle.
Quando decide di andarsene,
lasciando l’infinito palcoscenico nero
alla luna,
passeggio in compagnia
del mio più fedele amico,
verso la sorpresa
che con adorabile entusiasmo
ha concepito per me.
Sulla strada che mi porta
all’ignota destinazione
incontro, persa sul marciapiede,
una stella marina.
Rischia di essere calpestata,
penso tra me e me
mentre cammino troppo in fretta
per fermarmi.
La guardo quindi solo di sfuggita,
stupita e incredula della sua posizione.
No, non poteva essere…
Cosa sarebbe venuta a fare
una stella marina
al centro della città?
Qualunque cosa fosse
la lascio quindi lì,
in balia di sé stessa
e dei piedi dei passanti.
Mentre sorseggio il Pomerol
che merita tutta la stima che riceve,
penso ancora una volta
all’inaspettato incontro,
quando decido finalmente di lasciar stare:
il momento è passato,
– probabilmente non c’è mai stato –
sicuramente non era una stella
e di certo non l’avrei ritrovata
al mio rientro.
Sono in una cava
con il mio più fedele amico
e la sua bellissima ninfa sommelière;
voglio godere dell’attimo
ascoltare le loro note
abbandonarmi a Dioniso
esserci.
Finita la cena
il piatto di formaggi francesi è vuoto,
la piccola ciotola che ospitava
una misteriosa confettura, pure.
Torniamo verso casa,
la sua prima casa,
comprata con l’entusiasmo
di chi acquista una prima casa.
A metà strada,
ecco che si rinnova l’incontro;
qualcosa l’ha spostata
al centro della via.
Rischia di essere investita,
penso tra me e me
mentre la sorpasso, incerta
se fermarmi o meno.
Seppure sia già morta
decido di salvarla.
Due passi indietro
e la raccolgo.
È proprio una stella marina,
lontana dalla sua sabbia natale.
La riporto a casa,
la sua prima casa.
Le dico che ha quarantott’ore
di tempo
per mostrarsi a me
per quello che è veramente.
Ma già so che non me ne separerò;
una stella è pur sempre una stella,
non la si può buttare via.
Me ne sento improvvisamente responsabile
e prima di chiudere gli occhi
e concedermi a Morfeo,
mi chiedo inevitabilmente
cosa l’abbia portata qui…
Chiusi gli occhi
e abbracciando il cuscino
mi chiedo invece
cosa abbia portato me, qui.
E penso che sono fortunata
perché ho appena incontrato
un’insolita stella marina.
L’ho slavata.
O forse lei ha salvato me…
Ho scoperto.